volevo riportarvi, e spero nel miglior modo possibile, un breve sunto sulla teoria dell'età evolutiva dello psicologo svizzero Jean Piaget. Quando si parla di crescita di un bambino, e delle incomprensioni che ne nascono, è forse il caso di informarsi sui passaggi fondamentali che attraversano i bambini e gli adolescenti, così da poter essere attivi nel capire i loro messaggi.
Jean Piaget (1896-1980) elabora una propria originalissima metodologia di ricerca, Piaget dimostrò non solo la differenza qualitativa fra il pensiero adulto e il pensiero infantile, ma anche l'esistenza di fasi differenziate dello sviluppo cognitivo. Vediamo quali sono:
A)
Fase senso-motoria. Dalla nascita ai due anni circa.
E'
suddivisa in sei stadi.
Riflessi
innati: dalla nascita al primo mese. Modalità reattive innate:
pianto, suzione, vocalizzo ecc., che il bambino utilizza per comunicare col mondo
esterno. L'esercizio frequente di questi riflessi, in risposta a stimoli
provenienti dal suo organismo o dall'ambiente, porta all'instaurarsi di
"abitudini". Ad es. dopo i primi giorni di vita il neonato trova il
capezzolo molto più rapidamente; pur succhiando sempre il dito, lo discrimina
dal capezzolo o dal ciuccio, e smette di succhiare il dito se gli viene dato il
cibo. Non c'è ancora né imitazione né gioco, però il bambino è stimolato a
piangere dal pianto di altri bambini.
Reazioni
circolari primarie: dal secondo al quarto mese. Per
"reazione circolare" s'intende la ripetizione di un'azione prodotta
inizialmente per caso, che il bambino esegue per ritrovarne gli interessanti
effetti. Grazie alla ripetizione, l'azione originaria si consolida e diventa
uno schema che il bambino è capace di eseguire con facilità anche in altre
circostanze. In questo stadio il bambino, che pur ancora non riesce a
distinguere tra un "sé" e un "qualcosa al di fuori", cerca
di acquisire schemi nuovi: ad es. toccandogli il palmo della mano, reagisce
volontariamente chiudendo il pugno, come per afferrare l'oggetto; oppure gira
il capo per guardare nella direzione da cui proviene il suono. Particolare
importanza ha la coordinazione tra visione e prensione: ad es. prende un giocattolo
dopo averlo visto.
Reazioni
circolari secondarie: dal quarto all'ottavo mese. Qui il
bambino dirige la sua attenzione al mondo esterno, oltre che al proprio corpo.
Ora cerca di afferrare, tirare, scuotere, muovere gli oggetti che stimolano la
sua mano per vedere che rapporto c'è tra queste azioni e i risultati che
derivano sull'ambiente. Ad es. scopre il cordone della campanella attaccata
alla culla e la tira per sentire il suono. Ancora non sa perché le sue azioni
provocano determinati effetti, ma capisce che i suoi sforzi sono efficaci
quando cerca di ricreare taluni eventi piacevoli, visivi o sonori.
Coordinazione
mezzi-fini: dall'ottavo al dodicesimo mese. Il
bambino comincia a coordinare in sequenza due schemi d'azione (p.es. tirare via
un cuscino per prendere un giocattolo sottostante). In tal modo riesce a
utilizzare mezzi idonei per il conseguimento di uno scopo specifico.
L'intenzionalità si manifesta anche nella comunicazione con gli adulti (ad es.
punta il dito verso il biberon per farselo dare). Inizia inoltre a capire che
gli oggetti possono essere sottoposti a vari schemi d'azione, come scuotere,
spostare, dondolare ecc. Gradualmente si rende conto che gli oggetti sono
indipendenti dalla sua attività percettiva o motoria.
Reazioni
circolari terziarie (e scoperta di mezzi nuovi mediante
sperimentazione attiva): dai 12 ai 18 mesi. Il bambino, nel suo comportamento
abituale, ricorre sempre più spesso a modalità diverse per ottenere effetti
desiderati. Inizia il "ragionamento". Mentre prima, per eseguire una
sequenza di azioni, doveva partire dall'inizio, ora può interrompersi e
riprendere l'azione a qualsiasi stadio intermedio. Inoltre egli è in grado di
scoprire la soluzione dei suoi problemi, procedendo per "prove ed
errori". Quindi esiste per lui la possibilità di modificare gli schemi che
già possiede. Ad es. dopo aver tentato, invano, di aprire una scatola di
fiammiferi, esita per un attimo e poi riesce ad aprirla. Infine può richiamare
alla memoria gli oggetti assenti, grazie alle relazioni che intercorrono tra un
oggetto e la sua possibilità di utilizzo.
Comparsa
della funzione simbolica: dai 18 mesi in poi. Il
bambino è in grado di agire sulla realtà col pensiero. Può cioè immaginare gli
effetti di azioni che si appresta a compiere, senza doverle mettere in pratica
concretamente per osservarne gli effetti. Egli inoltre usa le parole non solo
per accompagnare le azioni che sta compiendo (nominare o chiedere un oggetto
presente), ma anche per descrivere cose non presenti e raccontare quello che ha
visto-fatto qualche tempo prima. Il bambino riconosce oggetti anche se ne vede
solo una parte. È in grado di imitare i comportamenti e le azioni di un
modello, anche dopo che questo è uscito dal suo campo percettivo. Sa
distinguere i vari modelli e sa imitare anche quelli che per lui hanno
un'importanza di tipo affettivo. Vedi ad es. i giochi simbolici che implicano
"fingere di fare qualcosa" o "giocare un ruolo".
B)
Fase pre-concettuale. Va da due a quattro anni.
L'atteggiamento
fondamentale del bambino è ancora di tipo egocentrico, in quanto non conosce
alternative alla realtà che personalmente sperimenta. Questa visione
unilaterale delle cose lo induce a credere che tutti la pensino come lui e che
capiscano i suoi desideri-pensieri, senza che sia necessario fare sforzi per
farsi capire.
Il
linguaggio diventa molto importante, perché il bambino impara ad associare
alcune parole ad oggetti o azioni. Con il gioco occupa la maggior parte della
giornata, perché per lui tutto è gioco: addirittura ripete in forma di gioco le
azioni reali che sperimenta (ad es. per lui è un gioco vestirsi e svestirsi).
Imita,
anche se in maniera generica, tutte le persone che gli sono vicine: le
idealizza perché sa che si prendono cura di lui. Impara a comportarsi come gli
adulti vogliono, prima ancora di aver compreso il concetto di
"obbedienza".
Non
è in grado di distinguere tra una classe di oggetti e un unico oggetto. Ad es.
se durante una passeggiata vede alcune lumache, è portato a credere che si
tratti sempre dello stesso animale, non di diversi animali della stessa specie.
Gli aspetti qualitativi e quantitativi di un oggetto può percepirli solo in
maniera separata, non contemporaneamente.
Non
è neppure capace di relazionare i concetti di tempo, spazio, causa. Il suo
ragionamento non è né deduttivo (dal generale al particolare), né induttivo
(dal particolare al generale), ma transduttivo o analogico (dal particolare al
particolare). Ad es. se un insetto gli fa paura perché l'ha molestato, è facile
che molti altri insetti che non l'hanno molestato gli facciano ugualmente
paura.
C)
Fase del pensiero intuitivo. Da quattro a sette anni.
Aumenta
la partecipazione e la socializzazione nella vita di ogni giorno, in maniera
creativa, autonoma, adeguata alle diverse circostanze. Entrando nella scuola
materna, il bambino sperimenta l'esistenza di altre autorità diverse dai
genitori. Questo lo obbliga a rivedere le conoscenze acquisite nelle fasi
precedenti, mediante dei processi cognitivi di generalizzazione: ovvero, le conoscenze
possedute, relative ad un'esperienza specifica, vengono trasferite a quelle
esperienze che, in qualche modo, possono essere classificate nella stessa
categoria.
Tuttavia
la sua capacità di riprodurre mentalmente un avvenimento avviene nell'unica direzione
in cui l'avvenimento si è verificato. Non è capace di reversibilità. Ad es.
mettiamo davanti al bambino due vasi A e B, uguali e trasparenti, e un numero
pari di biglie. Chiediamogli di mettere, usando una mano per ogni vaso, una
biglia per volta nei due vasi, in modo che siano perfettamente distribuite. Poi
si prenderà il vaso B e si verseranno tutte le biglie in un vaso C, di forma e
dimensioni diverse da A e B. I bambini di 4-5 anni affermeranno che, nel caso
in cui C sia più sottile di A e B, le biglie sono aumentate; diminuite invece,
nel caso in cui C è più largo di A e B. Se allo stesso bambino mettiamo di
fronte una fila di otto vasetti di fiori e collochiamo un fiore in ogni
vasetto, il bambino dirà che il numero dei fiori e dei vasetti è lo stesso. Se
però gli facciamo togliere i fiori per farne un mazzetto, il bambino dirà che i
vasetti sono più dei fiori.
Nel
primo caso l'errore è dovuto al fatto che egli ha tenuto conto solo del livello
raggiunto dalle biglie e non anche della forma del vaso, mentre nel secondo
caso il maggior spazio occupato dalla fila dei vasetti ha dominato la sua
valutazione. In sostanza ciò che non ha compreso è stata l'invarianza (o
conservazione) della quantità al mutare delle condizioni percettive.
Molto
importante in questa fase è lo studio psicologico dei disegni infantili.
D)
Fase delle operazioni concrete. Da 7 a 11 anni.
Il
bambino è in grado di coordinare due azioni successive; di prendere coscienza
che un'azione resta invariata, anche se ripetuta; di passare da una modalità di
pensiero analogico a una di tipo induttivo; di giungere ad uno stesso punto di
arrivo partendo da due vie diverse. Non commetterà più gli errori della fase
precedente.
Un
ingegnoso esperimento di Piaget illustra bene queste nuove capacità. Si mettano
davanti al bambino 20 perle di legno, di cui 15 rosse e 5 bianche. Gli si
chieda se, volendo fare una collana la più lunga possibile, prenderebbe tutte
le perle rosse o tutte quelle di legno. Il bambino, fino a 7 anni, risponderà,
quasi sempre, che prenderebbe quelle rosse, anche se gli si fa notare che sia
le bianche sia le rosse sono di legno. Solo dopo questa età, essendo giunto al
concetto di "tutto" e di "parti", indicherà con sicurezza
tutte quelle di legno.
Naturalmente
il bambino fino a 11 anni è in grado di svolgere solo operazioni concrete, non
essendo ancora capace di ragionare su dati presentati in forma puramente
verbale. Ad es. non è in grado di risolvere il seguente quesito, non molto
diverso da quello delle perle. "Un ragazzo dice alle sue tre sorelle: In
questo mazzo di fiori ce ne sono alcuni gialli. La prima sorella risponde:
Allora tutti i tuoi fiori sono gialli. La seconda dice: Una parte dei tuoi
fiori è gialla. La terza dice: Nessun fiore è giallo. Chi delle tre ha ragione?".
E)
Fase delle operazioni formali. Da 11 a 14 anni.
Il
pre-adolescente acquisisce la capacità del ragionamento astratto, di tipo
ipotetico-deduttivo. Può ora considerare delle ipotesi che possono essere o non
essere vere e pensare cosa potrebbe accadere se fossero vere. Il mondo delle
idee e delle astrazioni gli permette di realizzare un certo equilibrio fra
assimilazione e accomodamento. Egli è in grado di comprendere il valore di
certi oggetti e fenomeni, la relatività dei giudizi e dei punti di vista, la
parità dei diritti, la distinzione e l'indipendenza relativa tra le idee e la
persona, ecc.; è altresì capace di eseguire attività di misurazione, operazioni
mentali sui simboli (geometria, matematica...), ecc.
Famoso
è l'esperimento del pendolo ideato da Piaget. Al soggetto viene presentato un
pendolo costituito da una cordicella con un piccolo solido appeso. Il suo
compito è quello di scoprire quali fattori (lunghezza della corda, peso del
solido, ampiezza di oscillazione, slancio impresso al peso), che ha la
possibilità di variare a suo piacere, determina la frequenza delle
oscillazioni. Lavorando su tutte le combinazioni possibili in maniera logica e
ordinata, il soggetto arriverà ben presto a capire che la frequenza del pendolo
dipende dalla lunghezza della sua cordicella.
Ovviamente
il pensiero logico-formale non è ancora quello teorico-scientifico, che non si
forma certo nel periodo adolescenziale
Spero di esservi stata di aiuto
a presto
Simona
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